Eschilo ospite di Gerone: la sua casa

All’epoca in cui Eschilo dimorò a Gela, governava la città di Gerone il quale, nel 485 a. C., ne aveva ricevuta l’autorità dal fratello Gelone che, impossessatosi di Siracusa, quivi aveva trasferito la sede del suo potere.

Alla morte del fratello Gelone, Gerone prese le redini del comando del vasto impero. Era una eredità di potenza, di prestigio e di fama, ed egli dimostrò eccellenti doti per reggerla, per rinsaldarla ed ingrandirla. Infatti, egli effettuò numerose e vittoriose imprese guerresche, ma, a differenza del fratello Gelone, che voleva essere soprattutto prode guerriero e politico operoso, come dice Virgilio Argento nel suo “Storie Tradizioni Personaggi di Gela”, Gerone, “comprendeva i vantaggi che poteva arrecare la consuetudine con I poeti e con I pensatori”.

Per questo aprii loro le porte del suo palazzo. Ospiti suoi furono I maggiori poeti di allora che saranno grandi in ogni tempo: Pindaro, Senofane di Colofone, Simonide di Ceo, Bacchilide, Epicarmo e accolse… addirittura Eschilo, il grande Eschilo, e provvide alla rappresentazione di due sue tragedie: “I Persiani” e “Le Etnee”. (Cfr. A. Holm, “Storia della Sicilia nell’antichità”). Poeti, artisti, pensatori e, pertanto il sommo Eschilo, ripagavano il tiranno-mecenate con le loro opere e la loro esaltazione”.

GELONE E GERONE: TIRANNI DI GELA
GELONE E GERONE: TIRANNI DI GELA

Gerone con la rappresentazione della tragedia “Le Etnee” intendeva magnificare, la rifondazione di Catania da parte sua ribattezzandola con il nome stesso della tragedia. Eschilo, a sua volta, riceveva ulteriore onore e gloria nel ricambiare in modo così naturale per lui l’ospitalità a lui riservata dal tiranno che, a quanto pare, voleva essere glorificato e celebrato con onori divini, come era avvenuto per Antifemo.

Insomma, un connubio, una simbiosi, una sintonia eccelsa fra due uomini eccelsi anche se per motivi e in campi diversi.

Alla corte di Gerone Eschilo, tra gli altri, si incontrò con Pindaro e Simònide.

Come è noto, e come dice Virgilio nel terzo libro dell’Eneide, Gela prese il nome dal fiume che scorre nel lembo orientale della collina… “procul campique Geloi immanisque Gela fluvii cognomine dieta” (vv. 701-702).

Di certo, è venuto a Gela via mare, da Siracusa. Giunto sulla collina, avrà fatto una panoramica per scegliere il luogo e la casa, a lui più consoni, dove andare a fissare la propria dimora. Ma, niente di strano che, data la sua fama, insieme a Gerone avessero già provveduto le massime autorità della città, su sue precise indicazioni precedenti, ad accoglierlo in una casa adeguata alla sua personalità.

E’ noto, infatti, che in quei tempi I dotti di ogni paese erano ospitati con onore nelle ricche case dei mecenati di allora. In questo caso avrà provveduto Gerone. Come detto comunque, desideroso di vedute a largo respiro, lo “poniamo” nei pressi dell’acropoli, da dove si domina il mare, la pianura, I mondi Iblei, e con gli occhi della fantasia, la lontana Grecia, la sua terra d’origine e, ancora, il sole che sorge, che lo illumina nei pensieri saturi di esperienza e di gloria.

“Tutto ei provò”; ed ora vuole godere con “calmezza” I frutti della sua vita passata e, nello stesso tempo, dare a Gela il suo apporto di poeta, di tragediografo, di filosofo, di religioso se non di sacerdote, di guerriero, di soldato.

Anche a Gela ha rappresentato le sue opere, nel teatro di Gela, e avrà curato personalmente e nei minimi particolari la scena e gli attori, pre far sì che gli spettatori, a volte anche rumorosi, fossero attratti nel seguire quanto rappresentato con costante interesse. Tra l’altro, avendo avuto i massimi trionfi in una patria molto esigente, avrà avuto minori difficoltà nel coinvolgere gli abitanti di una “colonia”. E, sicuramente, anche a Gela avrà avuto i suoi allori e avrà composto altre opere coinvolto dall’ispirazione che gli porgeva la visa dell’ambio golfo dall’acqua cerulea, la profondità lussureggiante della piana, e ad est il fluire più o meno lento del fiume che, secoli dopo, sarebbe stato solcato dalle navi di Enea.